
HUMUS
L’obiettivo della forma ovale in terra, soggetto centrale del lavoro su cui poi gravita il ferro, è proprio riuscire ad essere il più genuino possibile. Questo obiettivo viene raggiunto grazie a due semplici scelte: la forma ed il materiale di cui è composta. La forma è il frutto di una ricerca che viene spogliata da tutti i parametri estetici e concettuali che spesso ci si impone per il raggiungimento di un opera d’arte. Una sintesi che proviene da una necessità di ridurre l’estetica della forma con l’obiettivo di enfatizzarla. La scelta del materiale segue la stessa visione: semplificare per enfatizzare e la terra in questo riesce rispondere a gran voce in quanto non esiste, a mio parere, materiale più genuino.
L’Ovoide è una citazione a tempi e simbologie arcaiche in cui l’uomo sentiva di appartenere e provenire dal terreno che calpestava, preservando così, sacro, il rapporto. Prelevava dall’ambiente il minimo per ottenerne il massimo, tenendo conto dell’impatto che aveva la sua ‘sottrazione’.
Appartiene a tutte storie mitologiche scritte dall'essere umano sulla propria nascita e quella del creato, al concepimento di un essere, all’unione eterna di un amore.
Forma estremamente ridotta e semplificata ma sovraccarica di simbologie, abbinata ad un materiale comune ma che ogni uomo ha toccato e vissuto, il quale richiede una lunga e faticosa lavorazione destinata a non perdere “l’artigianalità” dell’arte che in gran parte è andata persa. Il processo creativo è un rito lento e lungo, di materiali e gesti semplici. I lavori realizzati in questa maniera diventano immortali, perché, anche se distrutti, tornano ad essere parte della terra da cui hanno preso vita, generando un ciclo vitale infinito.
Conoscere questo materiale, imparare a dilettarsi con l’impasto, sentire suo il peso, la temperatura dell’acqua, saper distinguere una terra di bosco da una di campo e imparare a distinguere la proporzione giusta dei vari elementi e seconda del bisogno, sono gesti che in qualche modo connettono a culture lontane, ravvivando una tradizione. - per la prima volta della mia vita mi sono sentito di portare avanti una fetta di cultura che ci è appartenuta per secoli e che ancora oggi, tra i deserti e nelle aree sperdute che chiamiamo terzo mondo, vive e si amalgama con gli abitanti e l’ambiente. portale spazio tempo.
Materiali: Terra Cruda e ferro battuto
Dimensioni singola: 150x80x70cm
Bologna 2019
Sinestesie
Sostegno
Ir-Requiem
Re-Birth
Oro Bianco
Humus
Chrusòs Crypta
Apuano
Ozymandias
eng below












© photo: Giorgia Ponti
It belongs to all the mythological stories written by humans about their birth and that of creation, about the conception of a being, and the eternal union of love. An extremely reduced and simplified form, yet overloaded with symbolism, paired with a material that is common, yet one that every human being has touched and experienced. It requires long and laborious craftsmanship, destined not to lose the "artisan quality" of the art, much of which has been lost over time. The creative process is a slow and lengthy ritual, composed of simple materials and gestures. Works created in this way become immortal, because even if destroyed, they return to the earth from which they originated, generating an infinite life cycle.
To know this material, to learn to play with the mixture, to feel its weight, the temperature of the water, to distinguish woodland soil from farmland, and to understand the right proportion of elements according to the need—these gestures somehow connect to distant cultures, reviving an ancient tradition. For the first time in my life, I felt I was carrying forward a piece of culture that has belonged to us for centuries and that still lives on today, among the deserts and in the remote areas we call the Third World, blending with its inhabitants and the environment. Portal of space and time.
Materials: Earth and Wrought Iron
Single Dimensions: 150 x 80 x 70 cm
Location: Bologna, 2019